Illegittima concessione di suolo pubblico nel Centro storico della Città

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Dalla consultazione dell’Albo pretorio del Comune di Gallipoli, abbiamo appreso che, con deliberazione della Giunta Comunale n. 1 del 14/01/2022, in attuazione della Legge 30 dicembre 2021 n. 234, ha stabilito che venga rilasciata in favore degli esercenti le attività già titolari di occupazione di suolo pubblico nella zona del Centro Storico, la proroga della concessione fino al 31 marzo 2022.
Abbiamo manifestato lo sconcerto per una decisione che non ha tenuto conto di quanto segnalato dalla nostra Associazione nei giorni scorsi e che ha avuto vasta eco sulla stampa e sui social.
Si segnalava che, per innumerevoli situazioni in cui le attività commerciali risultano sospese dalla fine della scorsa stagione estiva, fosse stata concessa la proroga alla occupazione di suolo pubblico. Di fatto il suolo pubblico è stato e viene utilizzato per il deposito di materiali ed arredi di vario genere, con pregiudizio per il decoro pubblico, con possibili gravi risvolti per la sicurezza pubblica e, comunque, sottraendo parti importanti del demanio comunale alla pubblica fruizione.
Nulla da obiettare per quegli esercizi che, mantenendo aperta la propria attività, hanno richiesto ed ottenuto la proroga. Anzi meritano un pubblico apprezzamento per tale scelta. Ma concedere gratuitamente il suolo pubblico per una “non attività” è un “non senso”.
Eloquente il caso di un esercizio commerciale nel cuore del Centro storico che espone sulle porte di accesso il cartello di “WORK IN PROGRESS” (di fatto è un cantiere), che ha ottenuto la proroga dell’occupazione sino al 31 marzo 2022. (Vedi foto)
A queste considerazioni che possono rientrare nella sfera della discrezionalità, della opportunità, o del buon senso, abbiamo aggiunto altri argomenti entrando nel merito dei provvedimenti adottati, segnalando che la Legge che dà la possibilità di prorogare la concessione gratuita del suolo pubblico per la somministrazione all’aperto, fa espresso riferimento a ristoranti, trattorie, tavole calde, pizzerie, bar, ecc… .
E’ evidente che, se l’attività commerciale stagionale risulta momentaneamente sospesa, non si ha titolo per ottenere la concessione di suolo pubblico per la somministrazione all’aperto di alimenti, cibi e bevande che (ovviamente) non vengono preparati né al chiuso né all’aperto. Nè si ha diritto ad utilizzare quella stessa area con finalità diverse da quelle previste dalla legge e dai regolamenti.
Tant’è che non rientrano tra i beneficiari del provvedimento legislativo le imprese di tipo diverso da quelle sopra richiamate.
Si ritiene, quindi, che i provvedimenti di proroga di concessione di suolo pubblico adottati in esecuzione della Deliberazione della Giunta Comunale n. 1 del 14/01/2022 in favore di imprese che. Al momento della richiesta, non esercitino la propria attività, siano da considerarsi illegittimi.
Non possono essere sottovalutati, neanche, i risvolti legati alla pubblica sicurezza dovuti al deposito incustodito ed aperto di materiali ed attrezzature che, se incautamente adoperati, possono arrecare danno alle persone.
Abbiamo chiesto al Sindaco di disporre la verifica delle irregolarità segnalate e, comunque, di proporre, con urgenza, una modifica all’atto deliberativo n. 1 del 14 gennaio 2022, prevedendo espressamente che la proroga della concessione del suolo pubblico debba essere subordinata all’effettiva operatività dell’attività commerciale, con conseguente somministrazione all’esterno del locale.
Al Comando della Polizia Locale ed al Settore Commercio abbiamo chiesto l’applicazione dei regolamenti comunali laddove prevedono la revoca della concessione in caso di mancato utilizzo del suolo pubblico, e lo sgombero degli spazi pubblici concessi in cui non si adempie all’obbligo di “mantenere lo spazio pubblico occupato in ordine ed in perfetto stato igienico-sanitario, di pulizia, di sicurezza, di decoro”.
Infine, è stata richiamata l’attenzione degli uffici comunali sulla presenza su suolo pubblico, in prossimità di pubblici esercizi, ancorché chiusi, dei contenitori per la raccolta differenziata che, spesso, vengono utilizzati impropriamente per il deposito di materiali di risulta.

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