Riparte l’APU, ma non la ZTL. Sarà caos, ma solo sulle riviere e nelle stradine
Era più che scontato che l’amministrazione comunale avrebbe preso in considerazione solo la richiesta dei commercianti e non anche quella dei residenti.
Con un comunicato stampa, l’Assessore alla Polizia Municipale, Paola Scialpi, così replica alle richieste avanzate dalla nostra Associazione:
“La ZTL, zona a traffico limitato, è un modo per regolare il traffico nel centro storico per favorire in via prioritaria i residenti dell’area. Una scelta necessaria per il periodo estivo che vede la nostra città meta prediletta di numerosi turisti e visitatori. Tuttavia, considerata l’emergenza covid che, purtroppo, limita i flussi turistici e tenuto conto della stagione autunnale, riteniamo opportuno lasciare il libero accesso sul periplo e limitare la zona a traffico limitato nelle stradine interne per preservare, appunto, gli abitanti. Limitare l’accesso solo ai possessori di pass così come accade nei mesi estivi appare ad oggi improduttivo: monitorando il numero degli accessi del varco e il traffico generale non si ritiene necessario il prolungamento.”
Vediamo di fare chiarezza su cosa significhi ZTL e APU.
Nella ZTL il traffico veicolare è consentito con delle limitazioni; nell’APU è consentita la sola presenza di pedoni.
L’APU del Centro storico di Gallipoli (l’Assessore lo sa bene avendo partecipato alla riunione di Giunta del 16 giugno quando è stato deciso di attivarla), comprende le vie De Pace, Duomo, Galateo, Garibaldi, Sant’Elia e Sant’Angelo. Quindi, quando verranno prorogati i termini in cui è in vigore (l’APU non la ZTL ), l’interdizione interesserà solo queste vie e non, come dichiara l’Assessore, le stradine interne.
Infatti, senza la proroga della ZTL (per intenderci senza il blocco all’ingresso della città vecchia per i non autorizzati) tutti, dico tutti, potranno accedere non solo sulle riviere ma anche nelle stradine che non rientrano nell’APU e che sono la maggior parte. Altro che tutela degli abitanti.
Non sappiamo quale sia il sistema di monitoraggio usato dall’Assessore per comprendere quante auto entrano nel centro storico ed il flusso dei turisti. Il nostro, molto più pratico e più diretto, perché ci passiamo più volte al giorno alla ricerca di un parcheggio, ci dice che le vie ed anche i marciapiedi del periplo sono stracolmi di auto ed, ancora, di tavoli ed arredi vari e, se ci sono i tavoli, vuol dire che ci sono anche i turisti.
Ci dica l’Assessore, c’è qualcuno che monitora l’occupazione del suolo pubblico?
Con lo stesso comunicato stampa interviene anche l’Assessore al Centro storico, Biagio Palumbo, che afferma:
“Nella veste di Assessore al Centro Storico, dopo un confronto con il Sindaco Stefano Minerva il quale si è sempre dimostrato disponibile al confronto, confermiamo la volontà a stabilire un incontro in tempi brevi. Tengo a precisare però che l’attenzione non è mai mancata, specialmente nel corso dei mesi passati, dove un tavolo di amministratori si è puntualmente riunito per identificare le problematiche e definire gli interventi. Siamo sempre pronti per un dialogo costruttivo e mirato al bene della città, occorre però che tutte le parti collaborino nell’interesse dell’intera popolazione e non mirino a privilegiare le singole posizioni.”
Che il Sindaco si sia dimostrato disponibile al confronto, non significa che il confronto, quelle poche volte in cui vi è stato, sia stato poi risolutivo di qualche problema. Anzi, da due anni a questa parte, sono pochissime le istanze avanzate dalla nostra Associazione che abbiano avuto un riscontro, mentre ci risultano accolte tempestivamente le richieste di altri soggetti, associati e non, e la decisione annunciata dall’Assessore Scialpi ne è l’ennesima dimostrazione.
Abbiamo più volte e per iscritto richiesto occasioni di incontro collegiale con tutte le parti, che nessuno ha mai organizzato (a parte noi che, di nostra iniziativa, abbiamo incontrato l’associazione commercianti), proprio per ribadire che intendiamo privilegiare una visione comune e condivisa dei problemi e delle soluzioni da dare.
Forse è il caso di chiarire, però, che mettersi tutti assieme attorno ad un tavolo per trovare soluzioni comuni, non significhi dover tacere davanti ad irregolarità ed illegittimità, neanche quando si dovesse pensare di poterle giustificare come un fatto di “opportunità politica”.
R. P.